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Teatro completo. II
Il libro
«[…] Non lasciamoci ingannare. Certo, il senso dell’assurdità lo ossessiona, certo, questo ciclotimico attraversa periodi di nero pessimismo, eppure combatte – e con asprezza – per la sua arte, le sue idee e la sua fama. Si sente ingiustamente trascurato quando un convegno organizzato al Beaubourg festeggia gli ottant’anni di Beckett. La ricerca intermittente, intrisa d’amarezza, conferma questo sentimento. Lo scrittore accusa la cospirazione del silenzio di cui sarebbe vittima e punzecchia coloro che, cosi crede, lo hanno abbandonato. Se è troppo presto per conoscere il verdetto della posterità, fin da ora è possibile fare un primo bilancio della sua tematica. Essa volge uno sguardo critico sulla drammaturgia e sul linguaggio, la coppia, la famiglia, la borghesia, la società, l’ambizione e il potere. Libera i ricordi ed assegna un posto speciale all’onirismo al senso di colpa, alla sofferenza, alla morte e al problema dei fini ultimi. Poeta-umorista al pari di Prévert e Queneau, dotato come Lewis Carroll d’un «senso del non-senso» che si sposa ad un’immaginazione straripante e ad una capacità di stupore che stupirebbe Socrate, Ionesco trapassa con naturalezza nell’irrisione e nella tragicomicità. Ha lanciato la sua sfida ai conformisti di ogni tipo, ha ferito qualche suscettibilità e ha lasciato un’impronta profonda sul teatro della sua epoca. Questo «solitario» che ha «l’anima ammaccata» ed a volte il sorriso sulle labbra, è uno dei maestri – e degli «enfants terribles» – del suo tempo».
dalla Prefazione di Emmanuel Jacquart