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La rovina dell’egoista Johann Fatzer
Secondo Heiner Müller, il Fatzer è il «testo del secolo» per la densità linguistica e la libertà sperimentale che Brecht si è concesso, alla stregua di Goethe con il Faust.
Il libro
La rovina dell’egoista Johann Fatzer è un dramma incentrato sulla necessità di opporsi all’ingiustizia e allo sfruttamento senza essere risucchiati nel circolo vizioso della violenza: un tema fondamentale nel dibattito politico della sinistra all’epoca della Repubblica di Weimar. Bertolt Brecht vi lavorò tra l’agosto del 1926 e il febbraio del 1930: di questa lunga gestazione, nell’archivio brechtiano sono rimaste circa 500 pagine fra parti concluse, osservazioni, appunti e annotazioni di vario genere. Solo un paio di scene furono pubblicate nel giugno del 1930 nel primo quaderno dei Versuche. È in questo caos di inediti che il drammaturgo Heiner Müller ha cercato un filo conduttore, abbozzato una possibile trama e delineato un percorso ideologico che, pur nella sua frammentarietà, solleva domande e lascia presagire risposte. È il testo che presentiamo in questa sede: una versione per il teatro assemblata nel 1978, in una Germania scossa dalla scia di sangue lasciata dalla Raf, e messa in scena in quello stesso anno allo Schauspielhaus di Amburgo.