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La chiave dell’ascensore. L’ora grigia
Due commedie nelle quali l'humour (nero) si mescola ad accenti di un'impressionante gravità. Uno sguardo approfondito sulla condizione umana e sui rapporti di forza che costringono gli uomini a irrigidirsi in ruoli prestabiliti. Con una traduzione d'autore.
Il libro
Frasi brevi, una sintassi cruda, dialoghi ridotti all’essenziale, assenza di aggettivi: il fascino di questi testi teatrali sta proprio nell’economia di mezzi e nella loro intensità. . La chiave dell’ascensore, scritto nel 1977, è la storia, drammatica e crudele, di una donna tenuta sotto sequestro dal proprio marito che, con l’aiuto di un medico compiacente, infierisce su di lei sottoponendola a orrende mutilazioni. I due uomini arrivano al punto di privarla dell’uso delle gambe e a renderla cieca. Il testo teatrale si costruisce sulla figura della donna straziata, alla quale rimane solo la voce per gridare al mondo la sua orribile storia e denunciare i soprusi subiti. L’ora grigia o l’ultimo cliente descrive il consumato rapporto di due personaggi, un ladro dalle imprese modeste e una prostituta. La scena si apre sull’ultimo atto della loro esistenza: i due sono invecchiati. E non è piú per avere il corpo di lei che lui le offre del denaro, ma per derubarla dei suoi sogni. Fino a quando la relazione non cambia direzione e s’inverte, lasciando trasparire, dietro la venalità, i legami inestricabili fra l’amore e l’odio. Queste pièces sono frequentemente rappresentate in Francia, e sono note anche sulle scene tedesche e giapponesi.