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King Lear. Re Lear
«A man may see how this world goes with no eyes. Look with thine ears: see how yond justice rails upon yond simple thief. Hark, in thine ear: change places, and, handy-dandy, which is the justice, which is the thief? Thou hast seen a farmer's dog bark at a beggar?»
«Un uomo può vedere come va il mondo anche se non ha occhi. Prova a guardare con le orecchie. Guarda il giudice, come se la prende con quel povero ladruncolo. Ascolta. E adesso scambiali
di posto, e... Opp-là! Qual è il giudice? Qual è il ladro? Hai mai visto come gli abbaiano dietro, a un povero, i cani da guardia?»
Il libro
Re Lear, una delle piú alte manifestazioni del genio shakespeariano e del teatro di ogni tempo, rielabora un antico tema del folklore britannico, quello del vecchio re cacciato dalle due ingrate e cupide figlie, Goneril e Regan, e invano soccorso dalla terza, la dolce e sventurata Cordelia, dapprima ingiustamente ripudiata. Una tragedia sull’incomprensione tra padri e figli, sulla devozione e sull’ingratitudine, ma non solo: con insuperati accenti poetici e drammatici Shakespeare mette in scena nel Re Lear un’amara riflessione sull’uomo, sulla sua incapacità di comprendere gli inganni del mondo, sul labile confine che separa ragione e follia.