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Poesie e satire
Avviene la metamorfosi
nei giardini segreti della Ripa
e Pigalle è presente,
tutta la perversione religiosa
che si leva nottambula nei cappotti
Pigalle è presente
dentro il passo strisciato del ladro
ai bordi di calici di agonia,
e tutto l'universo recede
nell'ombra di Caino e si stacca
la cometa di Alley nell'86.
Il libro
Un’edizione privata fatta col ciclostile per gli amici nel 1981. Si intitola semplicemente Poesie e ha tanto di copertina disegnata, prefazione, premessa, notizie bio-bibliografiche, indice finale, colophon. Insomma, quasi un vero libro. Sicuramente un libro d’autore, messo insieme e fortemente voluto dalla stessa Merini alternando poesie già pubblicate in precedenza con altre nuove. Una seconda raccolta del 1986, intitolata Le satire, meno curata ma ugualmente confezionata e cucita per lo stesso tipo di udienza, proponeva invece poesie tutte inedite, non più riprese in altri volumi. Giuseppe Zaccaria ha recuperato questi due libri «fai-da-te» dal Fondo manoscritti dell’Università di Pavia. La loro pubblicazione in forma non clandestina amplia il corpus poetico della Merini (in una sua fase creativa, tra l’altro, molto proficua) e mostra la poetessa editor di se stessa, quando invece i suoi libri coevi o di poco successivi erano generalmente affidati a curatori esterni come Spagnoletti, Maria Corti, Raboni o Borsani. In appendice, sempre tratte da carte del Fondo manoscritti di Pavia, vengono pubblicate delle brevi prose tematicamente molto affini alle Satire. Bozzetti di vita di quartiere dove la Merini disegna i personaggi che popolavano il variegato mondo intorno alla Ripa di Porta Ticinese, che era il suo mondo, a cui è voluta rimanere fedele fino alla fine dei suoi giorni.