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Poesie
Quando l'erba scatterà scrollandosi,
chi dirà il mio sgomento alla rugiada,
nell'ora in cui comincia a sgolarsi
il primo gallo,
e dietro a lui un secondo, e tutti dietro
a questo?
Il libro
«La lirica di Pasternak è tessuta di elementari sensazioni psichiche. Nei suoi versi, come nel campo d’un microscopio, palpita uno sconnesso formicolio di impressioni primordiali. Ed è questa sequela di sensazioni iniziali, di improvvisi stupori, di incantamenti a dare a quei versi una straordinaria freschezza, un sapore di meraviglia. Rispecchiando i riflessi più semplici della coscienza nella loro immediatezza, le immagini, inusitate, dischiudono il magico spazio d’un mondo che sembra creato da poco, ancora gonfio di sonno e stillante di colori. Gli oggetti assumono una nuova solidità di contorni, come se il poeta li avesse liberati dalla muffa del tempo. Attonito, con gli occhi spalancati, coi nervi tesi a sorprendere le più sottili minuzie, Pasternak s’aggira in quel mondo a tentoni, come uno stralunato che veda ogni cosa per la prima volta. C’è nelle sue pagine un’aria da giorno della creazione».
Dall’introduzione di Angelo Maria Ripellino
«Affiancata da una costante riflessione critica, l’opera traduttoria di Ripellino su Pasternak ha acquistato i caratteri non solo dell’autorevolezza ma anche della definitività. Dopo Ripellino, altri valenti traduttori italiani si sono cimentati con la difficile arte verbale del Pasternak-poeta: ma nella cultura italiana Pasternak continua a parlare essenzialmente con il timbro di voce che gli ha conferito Angelo Maria Ripellino». Due volumi con testo a fronte.
Dalla postfazione di Cesare De Michelis
Duole che l’inverno sia più semplice di quanto creda qualche furbacchione, che sia tanto triste il boschetto, che per ogni cosa giunga la fine. Che sia insensato non capire nulla, quando tutto è innanzi a te bruciato e la bianca fuliggine d’autunno come una ragnatela si tende alla finestra.