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Poemetti
Vouchsafe, thou wonder, to alight thy steed
And rein his proud head to the saddle-bow.
If thou wilt deign this favor, for thy meed
A thousand honey secrets shalt thou know.
Here come and sit, where never serpent
hisses,
And being set, I'll smother thee with kisses.
Ti prego, meraviglia, scendi da cavallo,
lega questo tuo splendido stallone;
se mi concedi questo favore, come premio
ti faccio conoscere mille dolci segreti.
Avvicinati, non ci sono serpenti velenosi
qui,
dài, siediti qui con me che ti soffoco di baci.
Il libro
Scritto nel 1593 durante la peste di Londra, il poemetto erotico-mitologico Venere e Adone dà una versione modificata della vicenda raccontata da Ovidio. Come paradigma dell’eros piú carnale e ossessivo diventerà un best seller, ristampato innumerevoli volte. L’anno dopo Shakespeare riprende un episodio dell’antica storia romana: lo stupro di Lucrezia da parte di Sesto Tarquinio (figlio di Tarquinio il Superbo). Un raptus di violenza incontrollabile raccontato per la prima volta, in modo sconvolgente, direttamente dalla voce della donna che ne è vittima. Venere e Adone e Lo stupro di Lucrezia, oltre ad essere due capolavori assoluti, sono le uniche opere di Shakespeare di cui il drammaturgo abbia curato la stampa personalmente, cosa mai accaduta né con le sue opere teatrali né con i Sonetti. Si tratta di due testi di grande raffinatezza stilistica ma anche di grande potenza narrativa e drammatica. Non a caso Valter Malosti li ha messi in scena in due spettacoli memorabili e premiati. La traduzione è dunque quella realizzata per la rappresentazione teatrale. Lo stesso Malosti nell’introduzione ci racconta il personalissimo rapporto con i due poemetti e ne dà un’interpretazione originale che tiene insieme le ragioni della filologia e del teatro.