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Poemetti
Aveva fatto della clinica un mondo,
del mondo una clinica.
Libertà va cercando ch'è sí cara,
libertà va cercando.
Sveglio presto, addormentato tardi
sognava libertà ad occhi aperti.
Libertà da tutto.
Dalla stanzetta, come una gabbietta
senza foce nel mondo,
dai misteriosi seni
dell'infermiera di Pisa,
in cui pur voleva ingabbiarsi.
Il libro
Per la prima volta riuniti in un unico volume, i tre poemetti autobiografici di Ottieri mostrano la continuità che li lega e appaiono ancora piú potenti. Sono tre monologhi torrenziali, un’unica confessione estrosa e tragicomica in bilico tra la sanità e la malattia, il privato e il politico, la follia e il desiderio sfrenato. L’ironia è la chiave di questa partitura in tre movimenti. L’autoironia e l’autodenigrazione sembrano uno sberleffo sull’orlo del baratro, uno sberleffo che, attraverso il caso individuale, colpisce il mondo intero. La malinconia e la disperazione sono come nascoste dalla maschera teatrale, dai giochi di parole, dalle rime impreviste, ma costituiscono la struttura profonda dei poemetti, il luogo dove immancabilmente vanno a finire le ossessioni dell’autore e il mondo esterno, risucchiato anch’esso in una spirale senza fine.