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Omaggi
Al primo chiaro, quando
indiscreto un raschio
di motore penetra il sogno
(ma distorto e fatto labile),
a liquefarlo
nel pulviscolo d'oro
delle imposte malchiuse;
al primo buio, quando
ogni opera, ogni grido
smuore timoroso
e il piovasco si dilegua
sul selciato impassibile:
al chiaro e al buio, mie sole realtà
se tu pietoso ricompari e le fai vere.
Il libro
Questo di Alida Airaghi è un libro profondamente autobiografico ma in maniera distanziata da un «gioco»: scrivere le varie sezioni «alla maniera di» tutti i piú grandi poeti italiani del Novecento, da Gozzano a Saba, da Ungaretti a Montale, da Caproni a Luzi, da Zanzotto a Pasolini e altri ancora. Una forma di confessione privata travestita da esercizio tecnico, che dimostra il grande orecchio poetico dell’autrice e le permette di proiettare i nodi piú privati della propria vicenda esistenziale, che siano il rapporto col padre o la morte del marito, in un quadro piú ampio e decantato di storia letteraria. Naturalmente per ognuno di questi nodi l’Airaghi sceglie un poeta di riferimento consentaneo e vicino a quel tipo di situazione. Omaggi, dunque, ai grandi autori della poesia italiana del Novecento, ma anche l’assimilazione profonda di diversi linguaggi poetici che diventano esperienza personale e mezzo espressivo della vita interiore. Completa il volume una raccolta indipendente dagli «omaggi», intitolata Il viaggio, nella quale l’autrice racconta una sua breve vacanza invernale a Zurigo, città dove anni prima aveva vissuto una fase fondamentale della sua vita. Dunque ancora una volta la prevalenza del tema autobiografico, declinato in questo caso senza apparenti attraversamenti intertestuali.