-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Lime
giunto al frigo l'aprí, non c'era molto,/ solo l'austerità delle lamiere/ d'alluminio, riempí d'acqua un bicchiere,/ restò a guardarlo, ed insipido il volto/ galleggiò un po', poi si mise in ascolto,/ niente, ovviamente, poteva sedere/ ora, tranquillo, frugarsi, vedere/ dentro, piú dentro, ecco, non c'era molto
Il libro
La poesia di Frasca si muove in un mondo allucinato, sospeso fra realtà e fantasia, in cui gli uomini sono scoloriti automi, replicanti senza tempo e senza scopo, votati al degrado fisico e spirituale. Dilaniato fra desiderio regressivo e orrore per tutto ciò che è indistinto, l’autore ci offre brandelli di un Io in fuga, preda di ossessioni, al limite della psicosi. Ma su queste apocalittiche fondamenta, Frasca costruisce un monumento alla Forma, unica identità possibile. E lo fa con una maestria tecnica che forse oggi, almeno in Italia, non ha pari. L’elaborazione linguistica, retorica e metrica di queste poesie, in una dialettica continua fra tradizione e innovazione, realizza un’incredibile sintesi fra effetti di «pieno» barocco e di «vuoto» beckettiano. Un’afasia spettacolare.