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Il mondo salvato dai ragazzini
«In sostanza e verità tutto questo non è nient'altro che un gioco».
Elsa Morante, Il mondo salvato dai ragazzini
Il libro
Un libro uscito in una data fatidica, il 1968, che ha accompagnato una stagione della società italiana segnata dalla volontà di profondo rinnovamento politico e morale. Un libro di grandi slanci, anche formali. Non c’è nulla nella tradizione letteraria italiana che gli assomigli anche lontanamente. Il poemetto, il teatro, la poesia visiva, il libello sono mescolati con un’alchimia che sembra far esplodere l’oggetto libro, proiettare il testo fuori dalle pagine, anche graficamente: come un appello che esca da una gabbia e vada alla ricerca dei «ragazzini» di tutto il mondo. Un inno all’adolescenza, alla sua energia e alla sua bellezza come visione politica per cambiare il mondo. Per questo è il libro che concentra e riassume tutti gli altri libri di Elsa Morante.
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«La Nota introduttiva alla prima edizione economica del libro, nel 1971, è assolutamente chiara nella definizione del progetto morantiano di poesia come politica e come religione. Pochi scrittori hanno osato assumersi un compito cosí arduo, scomodo e pesante, e pochi hanno chiesto cosí tanto alla poesia. Quando l’hanno fatto è stato in epoche di massima trasformazione, in epoche rivoluzionarie, quando lo scontro con il potere è stato piú grave. E potremmo, di conseguenza e senza forzar troppo, considerare Il mondo salvato dai ragazzini come il documento piú alto del ’68 e dei suoi dintorni – insieme a Lettera a una professoressa dei ragazzi di Barbiana e forse a Contro l’università di Guido Viale. Però con una profondità piú radicale e in una luce assai piú intensa, poiché la Morante sapeva vedere piú indietro e piú avanti; sapeva vedere oltre senza rinunciare a una leggibile precisione, a riferimenti comprensibili, senza mai dimenticare che bisogna parlare a tutti».
(dalla prefazione di Goffredo Fofi)
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«Un manifesto politico scritto con la grazia della favola, con umorismo, con gioia».
Pier Paolo Pasolini