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Il cimitero marino
Gridi acuti di donne accarezzate, | I denti, gli occhi, le ciglia bagnate, | Il vago seno che scherza col fuoco, | Il sangue che arde in labbra che s'arrendono, | Le dita, i doni estremi che difendono, | Tutto sotterra va, torna nel giuoco!
Il libro
«Questa traduzione del Cimetière Marin è, da parte di Mario Tutino, un dono inaspettato. il poema di Valéry, legato alle vicende poetiche maggiori del Novecento europeo, è stato particolarmente per l’Italia un esempio insuperato e la segreta matrice di tanta poesia: ma si era rinunciato ad averne da noi una traduzione che non facesse ad ogni momento rimpiangere l’originale. Eppure il verso, questo scarno ‘décasyllabique’ francese […] sembra già quasi un endecasillabo italiano, e parrebbe che bastasse accostare ai versi lo specchio della lingua sorella per avere la traduzione già fatta. Eppure […] la traduzione di Tutino […] è a mio giudizio oggi l’unica bella traduzione italiana del Cimetière.»
Dalla Prefazione di Alessandro Parronchi