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Datura
«Cosí schiava. Che roba!
Cosí barbaramente schiava. E dai!
Cosí ridicolmente schiava. Ma insomma!
Che cosa sono io?
Meccanica, legata, ubbidiente,
in schiavitú biologica e credente. Basta,
scivolo nel sonno, qui comincia
il mio libero arbitrio, qui tocca a me
decidere che cosa mi accadrà,
come sarò, quali parole dire
nel sogno che mi assegno».
Patrizia Cavalli, Datura
Il libro
In questa nuova raccolta le poesie brevi hanno quasi la funzione di un coro che, con voci intonate e a volte discordi, si muove attorno alle composizioni piú ampie, tra cui il poemetto in forma drammatica Tre risvegli e la lunga poesia di chiusura che dà il titolo al libro.
«Tempeste atmosferiche e ormonali, ritmi del corpo e delle stagioni, genio dei luoghi e delle ore del giorno, investigazioni sulla fisica della materia e dell’immateriale: di tutto questo, della buona e della cattiva sorte in amore e in ogni economia della felicità, Patrizia Cavalli fa in poesia Scienza e Teatro. (…) Sempre di piú col tempo si capisce che queste poesie sono fatte per illuminare e conoscere, perché in ogni ansia e ombra, in ogni percezione e passione c’è un enigma da indagare».
Alfonso Berardinelli
«Occorre rovesciare puntualmente per Patrizia Cavalli i luoghi comuni e le categorie consuete della critica: lievità epigrammatica, diario privato, canzoniere amoroso. L’operazione che si compie non è lieve, ma aspra e “petrosa”; non è monodica e privata, ma corale e pubblica; non riguarda tanto l’amore quanto la fisiologia e l’etologia di un corpo primordiale. (…) Questo poeta disincantato e quasi preistorico, maestro incomparabile dei metri e delle rime interne, sovranamente privo di scrupoli morali, è riuscito a ritrovare l’unità di parola e forma di vita che gli antichi chiamavano musa e ha scritto la poesia piú intensamente “etica” della letteratura italiana del novecento».
Giorgio Agamben