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Convito delle stagioni
C'era il canto delle foglie nel vento,
il sibilo dell'ape sull'anemone,
c'era il grido della gazza che volava
verso l'ulivo,
stormiva a gran voce
la primavera, ma c'era nel cuore
del suono un grande silenzio,
c'era nella musica degli alberi
un silenzio che era specchio
del cielo, dei suoi silenzi.
Il libro
Con questa nuova raccolta, Antonio Prete approfondisce i temi che gli sono piú cari, e che della poesia sono elementi purissimi: la natura e il tempo. La natura, vegetale animale astrale, è descritta nelle sue incessanti metamorfosi di colori, suoni e profumi; mentre l’azione irreversibile del tempo, «che è lampo di presenza e stilla | d’accaduto», trova nella lingua della poesia, nei suoi suoni e ritmi, un momento di sospensione e di vertigine, in cui passato e presente si fondono per permettere un dialogo con quello che piú non è: «nel teatro intimo della forma | l’abbraccio della luce e dell’ombra». Nel trascolorare delle stagioni, nella contemplazione di una notte stellata o di un volto amato, nella fugace apparizione di un animale selvatico, la poesia di Prete si avvicina all’essenza delle cose, accogliendo nel fulgore del visibile e nella lotta dei ricordi contro l’oblio il silenzio del cielo e delle galassie, «sul cui confine il tempo non è piú tempo».