Giulio Einaudi editore

Cairn

dicono che vi sia una parola
che dice ancora
quando non c'è piú niente da dire,
che non dà nome
a ciò che è senza nome
ma come un abbraccio l'accoglie
e perdonandogli ogni colpa
l'invoca e - ma forse straparlo -
è pure pronta a celebrarlo

2018
Collezione di poesia
pp. 136
€ 11,00
ISBN 9788806237240

Il libro

Cairn è una parola di origine gaelica che significa «mucchio di pietre» in due diverse accezioni: da una parte mucchi di pietre come monumenti sepolcrali preistorici, arcaiche tombe; dall’altra, in epoca moderna, i segnavia sui tragitti montani per indicare la prosecuzione di un sentiero. Sono due immagini simboliche che stanno entrambe molto a cuore a Testa. La prima per il rapporto con i morti, centrale da sempre nelle sue poesie, il dialogo da pari a pari con gli scomparsi, la consapevolezza di essere fatti della stessa pasta. La seconda immagine, quella del segnavia, è legata alla ricerca di una strada che contrasti lo smarrimento esistenziale. Ma i due simboli sono anche intrecciati, perché i morti possono dare indicazioni di percorso, o perlomeno a loro si vorrebbe chiederle. Tra le nuove tonalità, quella dell’invettiva che Testa adotta per la prima volta in alcune poesie di questo libro: invettiva contro un certo tipo di politici e onnipresenti figure del conformismo. Il poeta dai versi sommessi questa volta ha perso la pazienza. E per riconquistarla non gli è rimasto che muoversi in tempi e spazi remoti: dentro e fuori di sé.

Altri libri diEnrico Testa
Altri libri diPoesia