Giulio Einaudi editore

Qui non ci sono bambini

Un'infanzia ad Auschwitz
Qui non ci sono bambini
Un'infanzia ad Auschwitz
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Thomas Geve è poco più di un bambino quando viene deportato ad Auschwitz: è uno dei più giovani internati del campo. È nell'età in cui si inizia a conoscere meglio il mondo e a guardarsi attorno.
Il giorno della liberazione, nell'aprile del 1945, raccoglie le poche residue forze per fissare su carta ciò che ha vissuto.
Trasformando il retro dei formulari delle SS nei 79 disegni che compongono questa testimonianza, Thomas affronta il male assoluto con le uniche armi che ha a disposizione un bambino: la curiosità, la speranza e alcune matite colorate.

2011
Frontiere
pp. 186
€ 24,00
ISBN 9788806203481
Traduzione di

Il libro

A tredici anni il desiderio di esplorare e conoscere il mondo ti fa spalancare gli occhi, stupiti e avidi, sulla realtà che ti circonda: ma cosa succede quando il tuo unico, insuperabile orizzonte è quello dell’Olocausto, dell’umiliazione quotidiana e sistematica? Come si diventa uomini quando nulla intorno a te è degno di un uomo?
«Sono nato nel 1929 e nel 1933 i nazisti prendono il potere: l’unico mio ricordo è la persecuzione». Thomas Geve ha tredici anni quando, nel 1943, viene deportato ad Auschwitz. Solo perché ha l’aria di essere un po’ più grande della sua età, Thomas viene assegnato ai lavori forzati: nella logica folle e rovesciata del campo è una fortuna perché «i bambini al di sotto dei quindici anni vengono mandati direttamente alle camere a gas». Nonostante le quotidiane violenze, un lavoro che è solo tortura, la scientifica e continua offesa alla dignità umana, Thomas sopravvive: l’11 aprile 1945 le truppe alleate irrompono nel campo e liberano i prigionieri. Allora fa qualcosa di unico nella storia delle testimonianze dei sopravvissuti. Per conservare la memoria dell’inferno e raccontare ai genitori ciò che ha visto (non sapendo ancora che la madre, internata come lui, non è sopravvissuta), sceglie di fare quello che ogni bambino ha sempre fatto: inizia a disegnare. Si procura delle matite colorate, un bene prezioso e inarrivabile durante i giorni della prigionia, e trasforma il retro dei moduli e dei formulari delle SS nei 79 disegni che compongono questa raccolta (e solo più tardi, anni dopo, aggiungerà qualche, essenziale, parola di commento).
Ogni cosa, ogni episodio, ogni traccia, per quanto flebile, di vita, ogni manifestazione, per quanto spaventosa, dell’orrore, viene registrata dai disegni di Thomas. Con il tratto semplice e stilizzato della sua età ma con l’attenzione per il dettaglio del futuro ingegnere, Geve dà vita a un documento di una bellezza straziante nel suo tentativo di sfidare l’abisso con lo sguardo, e le matite, di un bambino.

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