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Quando Nina Simone ha smesso di cantare
Darina è una donna forte e bella. 'Assim un padre affettuoso, libertino e laico che, in un paese in guerra, insegna alla figlia l'amore per la vita e l'odio per qualsiasi tiranno. Una sconvolgente confessione autobiografica. Il racconto senza veli di una drammatica educazione erotica. Un grido di ribellione, un inno alla vita libera.
Il libro
«Un libro che si divora senza mai riprendere fiato. A lettura finita viene voglia di applaudire alla bravura e alla bellezza intatta di Darina, più forte dell’orrore».
ELLE
***
Darina è una donna giovane e bella. Una donna troppo libera in una città dilaniata dalla guerra dove essere donne non è facile ed essere libere è solo un sogno. O una condanna.
‘Assim è suo padre. Un intellettuale laico in esilio, innamorato dell’alcol, del poker e del jazz, che insegna alla figlia il piacere del buon vino, l’amore per la letteratura e ad esser sempre – contro tutti i venti e le maree – libera e ribelle. Libera dalle regole, dalle tradizioni, dalle religioni, dagli uomini e dai mariti, da tutti quelli che pensano, ad esempio, che la verginità sia una dote per la donna.
Ma a Beirut è l’inferno. Bombardamenti, massacri, fame, isolamento. Una lunga, agonizzante guerra civile. L’unica legge è quella delle armi. Per gli adolescenti che vivono lì la guerra con la sua adrenalina è una droga, come lo è l’hashish o il sesso che si fa per dimenticare l’orrore o la roulette russa che si prova per sentirsi vivi.
Darina lo sa e sperimenta tutto fino in fondo e fino in fondo paga le conseguenze della sua folle ribellione. Poi una notte, dopo la morte del padre, viene picchiata e rinchiusa dalla sua famiglia in manicomio dove l’unico modo che ha per sopravvivere è fingersi pazza e scrivere su fogli immaginari la sua storia. Questa storia.
Una storia vera, scioccante, autobiografica, raccontata ad alta voce. Pagina dopo pagina, con grazia e determinazione, disincanto e ironia, Darina ricorda, denuncia, grida. Grida la violenza e l’intolleranza, i bombardamenti e gli stupri, il sesso facile e disperato, il ricordo dei tanti uomini goduti e consumati come bottiglie di whisky, le sfide con la morte, il dolore per il padre che ha perduto, il lutto per un paese bellissimo che si sta distruggendo a poco a poco.
Alla fine della lettura Darina è in piedi: una donna fiera e piena di vita pronta a regalarci la sua grande e irrefrenabile gioia di vivere.
«Buonanotte, figlia mia, non so se libereremo Gerusalemme, ma almeno avremo liberato sul serio il tuo seno».