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Nera schiena del tempo
«È scritto in prima persona, e tutto ciò che racconta risponde a realtà, ma non è un libro autobiografico né di ricordi, bensí un'opera di finzione».
Javier Marías
Il libro
Con la sua inesauribile capacità affabulatoria e con il suo stile unico e raffinatissimo, Marías ci racconta di vecchi libri che si fanno scoprire quasi intenzionalmente, degli autori di quei libri, dei libri che lui stesso ha scritto; ma non solo: di scrittori e critici come Francisco Rico, del suo amico e maestro Juan Benet, di John Gawsworth, ma anche di Francisco Franco, del fratellino Julianín morto a tre anni, di sua madre, dell’eredità del titolo di re dell’isola di Redonda E la voce di Marías è qui piú sorprendente che mai, come se fosse «una voce capricciosa e imprevedibile ma che tutti conosciamo, la voce del tempo quando ancora non è passato né si è perduto e forse per questo neppure è tempo, forse lo è soltanto quello che è trascorso e può essere raccontato o cosí sembra, e che per questo è l’unico ambiguo».