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Mai piú pene né oblio. Quartieri d’inverno
Si aggirano per le strade di questo libro figure in bilico tra farsa e tragedia, sotto una pioggia incessante e torrenziale, in giorni che si dilatano nel tempo, in notti di scontri e di segreti, di amicizie repentine, di piccoli eroismi.
Il libro
Incontriamo in Quartieri d’inverno Andrés Galvan, «la Voce d’Oro di Buenos Aires» e Tony Rocha pugile suonato, la faccia triste e il braccio lungo come una pompa da incendio; e poi le opposte fazioni di Mai piú pene né oblio, don Ignacio eroe per sbaglio, Cerviño e il suo inseparabile aereo Torito, il matto Pelaez.
Ambiente comune dei due romanzi è Colonia Vela, immaginario centro rurale della provincia di Buenos Aires: sullo sfondo la dittatura militare, che cambia volto senza mutare, condiziona gesti e comportamenti, s’infiltra nei singoli rapporti umani, alimenta soprusi e prepotenze.
La scrittura «cimematografica» di Soriano, esatta, tagliente e ricca di humour, racconta la tragedia sudamericana evidenziandone il carattere ironico e assurdo, oltre che crudele e disumano: il dispotismo umanizzandosi perde credibilità,e misurandosi con il piú marginale dei contesti sociali si staglia come uno spettro dell’insensatezza e dell’illegittimità.