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L’uomo che uccise Getúlio Vargas
Un pirotecnico e spassoso romanzo che attraversa quarant'anni di storia: fotografie e illustrazioni d'epoca, descrizioni di luoghi e monumenti, resoconti di momenti storici, canzoni e film, articoli di giornale documentano la prima metà del Novecento. Il tutto condito dal gusto del comico, garantito da Dimitri, protagonista involontario e confusionario di grandi eventi.
Il libro
Al seguito di un circo equestre, arriva in Bosnia una contorsionista mulatta che dicono sia figlia naturale di colui che sarà padre di Getúlio Vargas, presidente del Brasile. Lei comunque si sposa con un serbo e mette al mondo un bambino che ha due indici per mano. L’anomalia è interpretata come indizio di predestinazione all’assassinio e, giovanissimo, Dimitri viene assoldato dalla confraternita degli attentatori. Abilissimo con ogni tipo di arma da fuoco, è invece un pasticcione in tutto il resto. E dimostrerà di esserlo per tutta la vita: scelto per compiere alcuni dei piú clamorosi attentati del Novecento, da Francesco Giuseppe a Roosevelt, Dimitri non riesce mai ad assolvere il proprio compito: i due indici gli si incastrano nel grilletto, scivola su una buccia di banana. In compenso, nelle sue picaresche peregrinazioni ha modo di conoscere alcune leggende viventi: sull’Orient Express incontra Mata Hari, Marie Curie gli salva la vita, a Parigi frequenta Picasso, Cocteau, Apollinaire. E visto che la sua avventurosa esistenza si districa fra Brasile, Europa e Stati Uniti, gli incontri avvengono al di qua e al di là dell’Atlantico, a volte con conseguenze storiche, per quanto accidentali: per esempio, è Dimitri il responsabile dell’arresto di Al Capone, in seguito a uno dei suoi pasticci. L’ultima tappa è Rio; l’ultimo incontro eccellente è quello con Getúlio Vargas; e l’ultimo compito di Dimitri è quello di uccidere suo zio: ci riuscirà? Cambierà idea? O la sua bislacca fortuna lo condurrà a una soluzione imprevista?