Giulio Einaudi editore

L’ultimo shogun

L’ultimo shogun
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La fine dello shogunato raccontata dal maestro del romanzo storico giapponese.

Tokugawa Yoshinobu venne nominato shōgun nel 1866, mantenne la carica poco piú di un anno e la sua rinuncia fu il passo definitivo verso la restaurazione del potere imperiale, segnando la fine di un'istituzione politica che aveva governato il Giappone per secoli. Figura storica contraddittoria, Yoshinobu è stato apprezzato per la sua intelligenza, per la sua cultura e raffinatezza, per le grandi capacità retoriche nell'oratoria, ma politicamente fu attendista in maniera esasperante, restio a prendere qualsiasi decisione importante; evitò sempre di scendere in campo contro i suoi avversari, anche quando le condizioni potevano essere favorevoli, tenendosi sempre pronta una via di fuga (ma lasciando morire i piú stretti e fedeli collaboratori). Il romanzo di Shiba Ryōtarō racconta questo personaggio affascinante in maniera equilibrata, ma racconta anche, attraverso le figure della sua corte e delle famiglie piú importanti, la fine della società feudale e l'inizio del Giappone moderno.

2024
eBook
pp. XIV - 282
€ 9,99
ISBN 9788858446935

Il libro

Yoshinobu è entrato nella storia e anzi ne è diventato un protagonista, come è inevitabile che sia per una figura che si colloca esattamente sullo spartiacque tra un’epoca e l’altra, in un modo che si presta a contrastanti interpretazioni. Yoshinobu è stato da una parte apprezzato per la sua intelligenza e solidità intellettuale, per aver avviato nella sua lungimiranza i primi passi di un processo di modernizzazione del paese, o anche, da una prospettiva piú politica, per aver evitato inutili spargimenti di sangue, accettando di «restituire» il potere all’Imperatore e aprendo la strada alla nuova era «illuminata». D’altro canto a lui è stata anche attribuita un’eccessiva cautela, la mancanza di coraggio nell’intraprendere azioni decisive che avrebbero potuto modificare le circostanze, il fatto di aver agito spesso piú per senso del dovere che per un’autentica determinazione o anche per difendere la propria immagine davanti alla Storia.
dalla Prefazione di Maria Teresa Orsi

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