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Piovono morti
Ritorna Eugène Tarpon, l'investigatore privato già protagonista di Un mucchio di cadaveri.
Questa volta Tarpon non aspetta che gli avvenimenti
gli franino addosso, è lui stesso a farli precipitare.
Il risultato è un romanzo travolgente dalla prima all'ultima pagina. Puro Manchette, insomma.
Il libro
C’è un farmacista sospettoso: forse un dipendente gli ruba soldi dalla cassa. C’è anche una madre in pena: sua figlia è scomparsa e bisogna assolutamente ritrovarla. Eugène Tarpon, perennemente alle prese con finanze disastrate, accetta di occuparsi di entrambi i casi. Come a volte succede, i due imbrogli ne nascondono un terzo, ben piú articolato e pericoloso. L’azione si fa subito perdifiato, e coinvolge personaggi imprevedibili: poliziotti corrotti, nazisti bretoni, reduci della guerra di Spagna, moderni santoni piú o meno imbevuti di misticismo. Tarpon però sembra avere capito la lezione della sua precedente avventura: la migliore difesa è l’attacco. E allora, davvero, si salvi chi può. Come in Un mucchio di cadaveri, alle prese con la figura piú classica del poliziesco americano, Manchette distilla l’irriverenza del suo approccio in un romanzo dal ritmo scatenato dove non mancano inseguimenti, sparatorie e violenze di ogni tipo, e dove i cadaveri si ammucchiano con sorprendente rapidità, come piovuti da un cielo gonfio di nubi.
«Manchette era cosí, coerente nel narrare un mondo incoerente».
Pino Cacucci