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Nada
«Cara mamma, questa settimana non aspetto il sabato per
scriverti perché ne ho, eccome se ne ho, di cose da raccontarti. Intanto ti dico che siamo stati noi, cioè la nostra squadra,
a prendere gli anarchici che hanno rapito l'ambasciatore
degli Stati Uniti. E ti dico anche che personalmente non ne ho ammazzato neanche uno».
Un classico del noir contemporaneo.
Il libro
Presi singolarmente, gli anarchici del gruppo nada non hanno niente di eccezionale, vivono le loro giornate come meglio possono, chi insegnando filosofia, chi lavorando in un bistrot, chi rincorrendo i propri sogni.
Se si trovano insieme è perché perseguono un unico obiettivo: dare vita a un processo rivoluzionario in grado di spazzare dalla faccia della terra ogni ipocrisia politica. C’è un’unica strada che sembra in grado di condurre dritta sull’obiettivo, si chiama rivoluzione e, se non ci si fa spaventare dall’altisonanza del nome, può rivelarsi una strada del tutto percorribile.
Dalla teoria alla prassi il passo è breve, di certo un po’ affrettato: gli anarchici del gruppo nada pensano che la mossa giusta per iniziare la rivoluzione sia rapire l’ambasciatore degli Stati Uniti a Parigi. Come sempre in Manchette, non rimane che preparare le armi: un colossale conflitto a fuoco segnerà la fine dell’avventura.
Ennesimo capolavoro di uno dei maestri del noir contemporaneo, romanzo scolpito da una lingua incisiva, cinica e secca, Nada è stato portato sullo schermo da Claude Chabrol nel 1973.