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Manon Lescaut
Il libro
Classico e irregolare a un tempo, indicato come il primo dei romanzi moderni per le tematiche romantiche che vi traspaiono, “La vera storia del cavalier Des Grieux e di Manon Lescaut” (così il titolo per esteso) è uno dei capolavori assoluti della letteratura francese. La sua fama, amplificata anche grazie alle opere liriche di Massenet e Puccini, deriva dal tessuto di ambiguità che lo contraddistingue, fondato sulla formidabile caratterizzazione psicologica dei due protagonisti, il cavaliere combattuto fra vocazione religiosa e libertinaggio e la provinciale amante del lusso e degli svaghi. A più di duecentocinquant’anni dalla pubblicazione, “la storia dell’amore contrastato fra i due giovanissimi ribelli Des Grieux e Lescaut non mostra neanche un piccolo cedimento: appare al lettore d’oggi, intatta, pura, attualissima, nella sua esaltante perdizione adolescenziale”, scrive nella “Nota del traduttore” Silvia Ballestra, scrittrice amata dai giovani che non a caso si è cimentata nella versione di un testo segnato da un candore imprudente e impudico, dove i sentimenti sono schierati contro la razionalità e l’intemperanza contro la morigeratezza.”E’ una storia all’insegna del ‘no future’ più spinto, dove ci si affida, come massima risorsa, al barare al gioco o all’aspettare passivamente la morte di un genitore per un’eventuale eredità. Una storia dove tutti i buoni propositi vengono mandati a farsi friggere, e la religione, e gli studi, e gli obblighi familiari, e la legge, tutto soccombe, sacrosantemente, sotto l’urto felice e catastrofico della passione amorosa. Eppoi è la storia di due pazzi apparentemente così autolesionisti che non possono non finire male. E dunque, una storia assolutamente punk”.