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L’ha ucciso lei
Nel futuro di Mohamed c'è una minaccia: la pensione. Ha lavorato per tutta la vita in Francia, lontano dal suo villaggio natale. La pensione ha ucciso il suo amico Brahim e lui non vuole fare la stessa fine. Tornerà quindi in Marocco e terminerà la casa che ha iniziato a costruire laggiù, nella speranza che la sua anima confusa e smarrita trovi un po' di pace.
Un apologo folgorante sulla vecchiaia, lo sradicamento e l'emigrazione.
Il libro
Terminata la preghiera della sera, Mohamed indugia sul tappetino sintetico con gli occhi fissi alla parete e i pensieri che corrono tra presente e passato. Operaio di fabbrica nella regione parigina, nel 1966 Mohamed ha lasciato il sud del Marocco per stabilirsi in una Francia che ha sempre sentito ostile, in una periferia popolata da maghrebini con cui condivide il credo religioso, ma dei quali rifiuta vizi e rassegnazione. Analfabeta, padre di cinque figli estranei che non lo seguono più, Mohamed è assillato da una nuova minaccia: la pensione.
Per un uomo che ha sempre rifiutato l’integrazione perché convinto che cristiani e musulmani non potranno mai incontrarsi, cresciuto in un Paese senza tempo e incapace di comprendere l’utilità dell’orologio, il lavoro in fabbrica era diventato, così come le cinque preghiere quotidiane, un modo di scandire le giornate, di ritmare l’esistenza. L’idea della pensione e del vuoto che porterà lo spaventa. I colleghi francesi e portoghesi aspettano con ansia il momento in cui, «giovani pensionati», potranno dedicarsi a una vita di giardinaggio e godere delle loro piccole cose. Per Mohamed è diverso: a lui che rimarrà da coltivare in Francia?
Nel suo primo giorno da pensionato Mohamed decide di partire per il Marocco. Finirà di costruire la grande casa avviata cinque anni prima; e sarà la casa più grande del villaggio. Grande tanto da poter ospitare l’intera famiglia, perché i suoi figli lo raggiungeranno e vivranno tutti insieme sotto lo stesso tetto. Così, terminati i lavori, Mohamed si sistema fuori dalla casa su una poltrona. E inizia l’attesa.