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Le cose
Una coppia di giovani vittima del consumismo.
Il primo romanzo di Perec raccontava nel 1965,
con profetica ironia, la forza emozionale, estetica,
perfino erotica, che l'universo degli oggetti possiede
e trasmette agli uomini. Come Roland Barthes
commentò l'esordio del suo allievo, «una storia sulla
povertà mescolata inestricabilmente all'immagine
della ricchezza, un libro molto bello». Un libro
che lanciò Perec fra i grandi della letteratura,
incredibilmente attuale, una spiegazione insuperata
del mondo contemporaneo.
Il libro
«Il libro tipico che riassume un’epoca, l’epoca in cui l’europa s’accorge di essere in piena civiltà dei consumi e della cultura di massa».
Italo Calvino
«C’è una distinzione molto semplice tra il nouveau roman e quello che ho cercato di fare. Robbe-Grillet è completamente dalla parte del linguaggio «denotato» (come dice Barthes) e io sono completamente dalla parte del linguaggio che circonda le cose, di ciò che sta sotto, di tutto ciò che le nutre, di tutto ciò che instilliamo in loro… L’impressione che ho provato, scrivendo questo libro, è stata quella di trovarmi in un terreno straordinariamente melmoso, una specie di pantano, dove ho sguazzato».
Georges Perec