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Ieri
«Attendevo qualcosa. Che cosa? Non ne sapevo niente. Ma pensavo che la vita non poteva essere se non quello che era, vale a dire niente. La vita doveva essere qualcosa e aspettavo che questo qualcosa arrivasse, lo cercavo».
Il libro
Tobias Horvath è una creatura del niente. Del passato non gli è rimasto neppure il nome: ha trascorso l’infanzia nella miseria, all’ombra di una madre ladra e puttana, e l’ha accoltellata assieme al padre, per poi fuggire in un altro paese. Il presente è monotono quanto il lavoro nella fabbrica di orologi, con la sua ripetizione di gesti inutili. E il futuro? Il futuro è Line, la donna immaginaria che Tobias aspetta da sempre. E che si materializza con la prepotenza di un’ossessione, confondendo ogni cosa. Con Ieri Agota Kristof ci consegna la storia di un amore impossibile, che non ci si può lasciare alle spalle. «Una lezione di stile, – come l’ha definita Marco Lodoli, – un grido assoluto che ci solleva fin dove l’aria è fredda e trasparente e tutto si vede piú chiaramente».