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I figli del Capitano Grant
Il libro
‘I figli del capitano Grant’ vennero concepiti (senza intenzione ancora di farne le ante laterali della trilogia del capitano Grant) quale odissea sul mare contemporaneamente a quel viaggio subacqueo che diverrà ‘Ventimila leghe sotto i mari’. Elaborato dall’estate 1865 al termine del ’66 (sono gli anni in cui deflagra negli Stati Uniti la guerra di Secessione che farà da avvio a ‘L’isola misteriosa’), il romanzo appare in tre tomi tra l’estate 1867 e l’inizio del 1868. Nell’opera, che farà nascere in molti la vocazione marinara, Verne trasfonde le sue preziose nozioni enciclopediche. Lo yacht che muove alla ricerca del capitano Grant percorre infatti tutto il globo, seguendo il 37° parallelo, e tocca Patagonia, Argentina, le isole Trista da Cunha e Amsterdam, Australia, Nuova Zelanda, regioni in parte inesplorate o, come l’ultima, in sanguinoso conflitto con gli invasori bianchi. Se le notizie offerte da ‘I figli del capitano Grant’ non sono sempre obiettive, vi fanno spesso capolino dati che la scienza confermerà solo ai tempi nostri. Un grande e variopinto affresco, quindi, la summa della geografia e dell’etnologia di metà Ottocento.Classici, oltre che libri familiari a più generazioni, i romanzi della trilogia di Jules Verne (a ‘I figli del capitano Grant’ si accompagnano le ‘Ventimila leghe sotto i mari’ e ‘L’isola misterioza) entrano in una collana di classici qual è questa dei Millenni con una ragionevole ricchezza di messa in scena. Che muove dalla puntualità della nuova traduzione di Luciano Tamburini, che con la sua intelligente fedeltà ai tre romanzi restituisce con vivacità il fascino di uno studio limpidissimo e coinvolgente quanto esatto in ciascuno dei documentatissimi particolari.