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Figli del limo
«Queneau è un eccezionale esempio di scrittore sapiente e saggio, sempre controcorrente rispetto alle tendenze dominanti dell'epoca e della cultura, con un bisogno inesauribile di inventare e di sondare possibilità là dove il piacere del gioco - insostituibile contrassegno dell'umano - gli garantisca che non s'allontana dal giusto».
Italo Calvino
Il libro
Inventori improbabili, ostinati quadratori del cerchio, teorici di lingue universali, e creatori di incaute cosmogonie vengono minuziosamente antologizzati da Chambernac-Queneau: la loro teoria attraversa come un miracolo di coerenza il frenetico agitarsi della genia dei Lemon (figli dunque del limo, materia biblica per eccellenza). La vicenda, che si disarticola fra Parigi e alcune cittadine di villeggiatura tra la fine della prima guerra mondiale e la frenesia degli anni Trenta, mette a confronto, con la cattiveria dell’umorismo, il brulicare mediocre di una società di bottegai, feticisti e fascistoidi, e l’umanità precaria ma autentica dei «pazzi letterari». Le astuzie delle convenzioni vengono storpiate in un delirio di verità che rende possibile l’incontro tra la cognizione scientifica e il paradosso surreale.