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Di latte e miele
Un uomo che ha molto vissuto e molto perduto si prepara a
morire. Per la seconda volta.
La prima fu durante la guerra, in fuga dai nazisti, quando fece
ciò che mai, prima di allora, avrebbe creduto possibile: abbandonare
Stefan, l'amico con cui era cresciuto e con cui aveva condiviso
tutto, e voltare le spalle alla loro casa, il Banato, e al sogno
di una convivenza multietnica. Lo fece per sopravvivere,
per inseguire una promessa di felicità fatta «di latte e miele».
Ma riuscirà a spiegarlo oggi a Stefan, l'amico ritrovato?
Di latte e miele è allo stesso tempo il racconto di un'amicizia -
semplice, tenera e assoluta come tutte quelle che fondano una
vita - e la storia del Novecento europeo: una storia di identità
lacerate, di frontiere scomparse, di fratelli perduti e ritrovati.
Il libro
Un uomo che ha molto vissuto e molto perduto si prepara a morire. Per la seconda volta.
La prima è stata quando, ragazzo, voltò le spalle all’amico con cui era cresciuto, al fratello in tutto tranne che nel sangue, a Stefan. Lui e Stefan vivono nel Banato, una delle regioni piú multietniche d’Europa, nel cuore lacerato dell’ex impero asburgico: Stefan è il musicista virtuoso, lo sportivo da battere, l’incarnazione di un ideale irraggiungibile che però, invece di dividere, unisce i due giovani in un legame che sembra piú forte di ogni avversità. Ma forse non della guerra. Le truppe di Hitler sono in ritirata e l’Armata Rossa è alle porte: mentre Stefan si sente tedesco e segue i soldati del Reich nel ripiegamento verso la Germania, il protagonista, che ha in odio i nazisti, decide di fare quello che mai avrebbe creduto possibile e abbandona l’amico.
Quando il figlio del protagonista scopre l’esistenza di Stefan, vuole far rincontrare un’ultima volta il padre con il vecchio compagno…
Un romanzo di esili incrociati, il racconto di un’amicizia d’infanzia che parla la lingua con cui è scritta la storia del Novecento europeo.
***
«Jean Mattern ha scritto un libro commovente sull’esilio e sulla perdita, la menzogna e la colpa. Semplicemente raffinato e pieno di pudore: un magnifico racconto intimo, anche se la grande storia fa capolino tra le sue pagine».
«Le Monde»