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Un artista del mondo effimero
Il libro
I quadri dell’anziano pittore Masuji Ono “per il momento sono riposti altrove”. Il Giappone ha appena perso la guerra e chi ne ha appoggiato e esaltato, come Ono, la politica imperialista e fascista, è stato messo in disparte. L’eufemismo della rimozione è soltanto un esempio delle ambiguità generate dai toni cerimoniosi e pacati di Ono, narratore delle vicende di questo romanzo. Si rende conto il già famoso e rispettato pittore del marchio d’infamia che grava sul suo passato, o l’ha rimosso, come il mondo dell’arte ha rimosso le sue tele gonfie di retorica? Non è dato al lettore di saperlo con certezza, nemmeno quando Ono dichiara pubblicamente il suo pentimento e l’estrema bravura di Kazuo Ishiguro, che pubblicò questo libro nel 1986, prima dell’ormai celebre Quel che resta del giorno, sta proprio nell’invenzione di una voce che blandisce e ipnotizza. Nei pressi della casa di Ono sorge un ponte di legno chiamato “il Ponte dell’esitazione”, perché prima della guerra ” lì si vedevano gli uomini con la coscienza turbata muoversi incerti”, in dubbio se cercare svago nel quartiere dei bar e delle geishe o se tornare a casa dalle loro mogli. Adesso il quartiere del peiacere non esiste più, al suo posto sono stati costruiti palazzi moderni con le facciate di vetro. Ma un’esitazione analoga è quella che porta ogni tanto l’anziano pittore su una panchina, più o meno nel luogo in cui sorgeva il bar dove Ono riuniva il suo cenacolo, per osservare i giovani impiegati, protagonisti di un Giappone nuovo, e godere del loro entusiasmo e ottimismo, come di una notte di oblio nei piaceri del “mondo effimero”.