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Spooner
Warren Spooner, il piú glorioso dei fallimenti fatti persona, il piú irresistibile antieroe di una nuova, epica e rocambolesca versione del grande romanzo americano.
Il libro
Nato in una cittadina della Georgia, orfano di padre e unico sopravvissuto di una coppia di gemelli, Warren Whitlow Spooner parte subito col piede sbagliato e prosegue in un’infanzia e adolescenza difficili, nelle quali per autolesionismo e dabbenaggine non fa che cacciarsi nei guai. Da sempre, il piccolo Spooner mostra un’innata inclinazione per il crimine ma anche uno strano talento, una facilità a vivere e a ripartire ogni volta da zero, come se i fallimenti e le disgrazie di cui il suo percorso è costellato non ne sfiorassero l’essenza piú profonda. Brevissimo astro del baseball, dopo essersi inaspettatamente ritrovato con una carriera da giornalista, Spooner attraverserà i decenni piú turbolenti della storia americana, difendendo con i denti il profondo legame con il patrigno Calmer Ottosson, sorta – suo malgrado – di angelo custode, e mantenendo intatta la sua meravigliosa, ingenua innocenza.
«Spooner riteneva di aver varcato la soglia della criminalità un venerdí pomeriggio di inizio giugno del 1961. Aveva quattro anni.»
«Si dà il caso che quella mattina Spooner fosse il secondo a sbucare fuori, qualche istante dopo un gemello dizigotico dall’aspetto migliore del suo, Clifford, che, come tipicamente capitava alla madre di Spooner, era venuto al mondo morto eppure prezioso come la vita stessa, e negli anni a venire con le sue visitazioni le sarebbe stato di conforto più di tutti gli altri figli (una nata prima di Spooner e due dopo).
Sarebbe sempre stato lui, in segreto, il suo favorito».
«Spooner è variopinto, digressivo e fragorosamente spassoso… È un romanzo di formazione chiassoso e picaresco e, insieme, un profondo omaggio all’indipendenza di spirito cosí allo sbando in un’epoca di conformismi».
Guardian
«Certo, Dexter sí che sa scrivere, e con grande umorismo… La storia scorre e fluisce ma torna sempre alla tranquilla chimica tra un ragazzo che diventa uomo e l’unico genitore che lui abbia mai avuto…»
Seattle Times