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Ritratto di un tossico da giovane
Come Bill Clegg, giovane agente letterario di successo, si lascia
travolgere dalla tossicodipendenza e perde tutto, dal lavoro
agli affetti, sprofondando in una vita fatta di mille alberghi tutti
uguali, voli aerei mai presi, avidità e paranoia, incontri maschili
e sesso consumato senza ombra di passione.
Un memoir lacerante: l'esplorazione di una deriva cieca, narrata
senza facili giustificazioni e priva di autocompiacimento.
La storia di una dipendenza assoluta, senza un vero perché.
Una discesa negli abissi della paranoia, raccontata
con l'implacabile precisione ed eleganza della grande letteratura.
Il libro
«Bill Clegg ha scritto un memoir snello, teso, rutilante. Anche se sappiamo da subito come dovrebbe finire la storia, è difficile credere che il protagonista riuscirà a sopravvivere all’ordalia che descrive con tanta, terrificante ricchezza di dettagli».
Jay McInerney
«Questa storia di un uomo – quasi sempre rinchiuso in camere d’albergo e impegnato in una guerra straziante con se stesso – è destinata a diventare un vero e proprio classico della letteratura sulla droga».
Irvine Welsh
«L’orrore strisciante delle ultime settimane: ricascarci; mollare Noah, il mio ragazzo, al Sundance Film Festival quasi una settimana prima; mandare una e-mail alla mia socia in affari, Kate, dicendole di fare quello che le pareva della nostra attività, che io non sarei tornato; entrare e subito uscire da una clinica di riabilitazione di New Canaan, nel Connecticut; passare una sfilza di notti all’hotel 60 Thompson per poi buttarmi a capofitto nello scabroso clima drogato dell’appartamento di Mark, con gli sbandati che rimediano un po’ di crack gratis quando qualcuno organizza un’abbuffata. L’orripilante film dei miei recenti trascorsi mi balena dietro le palpebre, e il futuro senza una bustina, nella consapevolezza che passeranno ore prima di vederne un’altra, si staglia con l’evidenza del nuovo giorno che sorge».