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Risvegli nel buio
Quattro storie diverse, un unico destino: l'Olocausto proietta la sua lunga ombra sulle generazioni successive, e i figli delle vittime e degli aguzzini si trovano a fare i conti con un'identità complessa e problematica. Ogni pagina di questi splendidi racconti vibra del pathos della ricerca e della riscoperta di sé, lungo i percorsi tortuosi e sempre inattesi della memoria e del cuore.
Il libro
Le storie mistiche e geniali di Shira Nayman mi colpiscono profondamente. Con saggezza e coraggio raccontano di un’eredità devastante.
Ursula Hegi
Struggenti e ingegnose, le storie racchiuse in Risvegli nel buio raccontano di una rivelazione che capovolge l’esistenza. Le protagoniste, figlie inconsapevoli di uomini e donne che, in veste di vittime o di carnefici, hanno vissuto in prima persona gli orrori dell’Olocausto, sono colte nel momento in cui la verità sulla loro ascendenza, cercata o respinta che sia, sbaraglia ogni loro certezza.
In La casa sulla Kronenstrasse una newyorkese di adozione, spinta da alcune parole pronunciate dalla madre sul letto di morte, affronta un viaggio oltre oceano per ritrovarsi, per la prima volta, a casa. L’ebrea ortodossa di La scimmia di porcellana vive con rigore la propria identità fino a quando, per amore della figlia maggiore, accetta di mettere a nudo un passato insospettabile. In La lampada un oggetto raccapricciante eppure prezioso diventa il simbolo di una comunione ideale fra tre donne che si trasmettono tacitamente il testimone della vita. E i ruoli di psichiatra e paziente si dilatano a esplorare più antichi e inquietanti legami in Oscure pulsioni del sangue.
Per ciascuna di queste figure il risveglio dal buio quieto di una storia privata fin lì ignorata è un evento traumatico che solo il recupero contemporaneo di una memoria collettiva con cui stringere un legame più antico e compatto sembra poter stemperare: Shira Nayman ci offre una visione illuminante sul peso e sul valore della Storia, e su come la Storia forgia la nostra identità.