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Nowhere Man
Cosa rimane della propria vita quando si cambia paese, continente, lingua, amici, donne?
Che cosa resta a Jozef Pronek della sua giovinezza bosniaca ora che vive a Chicago, a un oceano
di distanza dai suoi amici e dai suoi familiari che hanno vissuto una delle più feroci guerre degli ultimi anni?
Il libro
Jozef Pronek è nato a Sarajevo, Bosnia. Partito per un breve viaggio di studio negli Stati Uniti, ora vive a Chicago, Illinois. La sua storia è uguale a quella di molti ragazzi della sua età cresciuti da una parte o dall’altra della cortina di ferro negli anni Settanta e Ottanta. A Jozef piacevano i Beatles. Aveva una sua band. Suonava alle feste per far colpo sulle ragazze. Il materiale biografico non manca. Ma è possibile trasformarlo in una vita?
Quando Jozef scrive a qualche amico rimasto a Sarajevo chiedendo notizie di una vecchia conoscenza, riceve risposte del tipo: sta bene, gli è stata amputata una gamba ma sta bene. E anche lui, a Chicago, apparentemente tutto intero, è come se fosse stato smembrato. Il suo passato è stato fatto a pezzi.
Come un archeologo che ricerchi le tracce di una civiltà distrutta, Aleksandar Hemon raccoglie documenti, testimonianze, racconti sull’«uomo che non c’è». Con il suo stile ricco di immagini folgoranti, che lo ha fatto paragonare a Nabokov, Hemon disegna una mappa dello sradicamento contemporaneo.