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Mille anni di preghiere
I racconti di Yiyun Li hanno la forza e la delicatezza delle preghiere, quelle in grado di gettare un po' di luce sull'insondabile mistero dell'esistenza.
Il libro
Secondo un proverbio cinese ci vogliono trecento anni di preghiere per attraversare un fiume sulla stessa barca di un’altra persona: «C’è un motivo per ogni rapporto umano, questo è il significato del proverbio. Ci vogliono tremila anni di preghiere per poggiare la tua testa sul cuscino accanto a quella della persona che ami. Per un padre e una figlia? Mille anni, forse». I racconti di Yiyun Li hanno la forza e la delicatezza delle preghiere, quelle in grado di gettare un po’ di luce sull’insondabile mistero dell’esistenza. Ma, a differenza di preghiere o parabole, sono storie che non risparmiano un fondo di amara crudeltà – non a caso la critica ha accostato i racconti di Yiyun Li a quelli di Flannery O’Connor – trascinando il lettore verso quel momento di improvvisa rivelazione che solo la letteratura possiede.
Yiyun Li aveva solo sedici anni quando, nella primavera del 1989, migliaia di studenti scesero in piazza Tian An Men a manifestare. Dopo aver represso la protesta, il governo cinese obbligò tutti i giovani che volevano iscriversi all’università di Pechino a un anno di ferma nell’esercito. Proprio durante una lezione di dottrina di Partito, Yiyun Li fu trovata a leggere Hemingway di nascosto. Un ufficiale le requisì il libro e lo strappò sotto i suoi occhi.
Sembra quasi uno dei racconti che quella stessa ragazza scriverà molti anni dopo, una volta trasferitasi in America e imparata una lingua che finalmente potesse dare forma alla sofferenza, al desiderio, al senso di abbandono, alla speranza che provava allora: anche i personaggi di queste storie vivono sulla loro pelle la lacerante contraddizione tra un’umana volontà di realizzazione individuale e il destino collettivo che il potere, la famiglia, la tradizione, l’economia di volta in volta impongono loro.
Un uomo e una donna innamorati di un bellissimo attore dell’Opera di Pechino; un bambino dai lineamenti troppo simili a quelli di Mao; un militare amante delle speculazioni capitaliste; una ragazza tradita che imparerà quanto può essere angoscioso mantenere le promesse: ambientati in una Cina allo stesso tempo quotidiana e mitica, i racconti di Yiyun Li non solo offrono un ritratto spiazzante di un paese e di un popolo travolti dai cambiamenti, ma anche indimenticabili riflessioni sull’universale aspirazione alla felicità e sul dolore attraverso cui questa ricerca inevitabilmente passa.