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Maschio bianco etero
«La volete sapere una cosa? Ogni volta
che sganci un reggiseno e senti quel paio
di tette sconosciute che ti cascano tiepide
addosso, ti senti immortale. È come scrivere
un libro. È come dare un bacio in fronte
al padreterno, cazzo».
John Niven, Maschio bianco etero
Il libro
Kennedy Marr è un donnaiolo, un egocentrico, un narciso. Un uomo baciato dal successo, uno di quei bastardi a cui la vita ha servito le carte migliori. E ha scoperto che Hollywood è un posto formidabile per praticare gli eccessi. Nulla al mondo lo convincerebbe a lasciare la California per tornare nello sprofondo inglese. Ma non ha fatto i conti con l’Agenzia delle entrate. Cosí, quando inopinatamente viene insignito di un prestigioso – e ricco – premio letterario è costretto ad accettare. Anche se ciò significa passare un anno in un college inglese a insegnare scrittura creativa a dei pivelli senza talento. E soprattutto ritrovarsi faccia a faccia coi fantasmi del passato. Dopo lo strepitoso Gesú Cristo protagonista di A volte ritorno, John Niven inventa un altro personaggio iperbolico e irresistibile, un uomo capace di fare a pezzi per sempre la reputazione del maschio contemporaneo.
***
«Un libro che conquista».
Irvine Welsh
***
«E vabbè. Forse aveva dato la precedenza ad altre cose. Ad esempio aveva preferito scolare champagne e cocktail con gente sconosciuta nei ristoranti trendy e nei club esclusivi a infilare la testa nella camera di Robin quando aveva otto anni e controllare la sagoma spaparanzata che dormiva, il petto che saliva e scendeva dolcemente alla luce fioca della lampada sul comodino. Aveva preferito sdraiare una varietà di ventenni o giú di lí parecchio flessibili in posizioni parecchio intricate in casa, in macchina, nel bagno di un locale a… a qualsiasi altra cosa. A far volare l’aquilone. A fare un picnic. A preparare le frittelle. A guardare un dvd tutti insieme sul divano in un pomeriggio di pioggia. Sí, priorità. Di tanto in tanto accadeva che l’idiozia delle sue scelte lo colpisse con la forza annichilente di una mazza da baseball».