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L’uomo di Lewis
«Peter May è un autore da seguire fino all'altro
capo del mondo».
«The New York Times»
***
Il cadavere di un ragazzo rinvenuto
in una torbiera sull'isola di Lewis.
Un corpo rimasto sepolto per anni.
Non abbastanza da eliminare le tracce
di quanto successo.
Non abbastanza per cancellare le menzogne
del passato.
Il libro
Sull’isola di Lewis viene rinvenuto il cadavere di un ragazzo miracolosamente conservatosi nel tempo. Il corpo, sul quale sono ancora visibili profonde ferite da taglio, inizialmente si ritiene sia rimasto sepolto per secoli. Ma nel corso delle analisi, sul braccio destro emerge un tatuaggio: Elvis. Dunque il ragazzo deve essere rimasto nella torba per una cinquantina d’anni al massimo. Sull’isola di Lewis, nel frattempo, ha fatto ritorno l’ex detective Fin Macleod. Abbandonato il corpo di polizia a Edimburgo, Fin è tornato per riaccomodare la vecchia fattoria di famiglia e lasciarsi alle spalle alcune vicende dolorose. La storia del ragazzo della torbiera, però, lo coinvolge fin da subito. Il Dna del cadavere infatti ha diversi punti in comune con quello di Tormod Macdonald, padre di una vecchia fiamma di Fin, ora diventato un vecchio obnubilato dalla demenza senile. Un uomo che aveva sempre dichiarato di non avere parenti. Una verità che, come Fin ben presto scoprirà, Tormod aveva buoni motivi per continuare a tenere nascosta.
***
«Un noir di tale intensità che non ha un attimo di cedimento, gelido e scottante al tempo stesso, come il paese incredibile che gli fa da scenario. Indubbiamente un capolavoro».
«l’Humanité»