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Il ritorno di Coniglio
L'America del Novecento, qui nei suoi anni piú trasgressivi e sfrenati, raccontata da Updike nel suo memorabile affresco letterario.
Il libro
Abbandonati i sogni della giovinezza, sportivi e non, Harry Angstrom detto «Coniglio» si avvicina a grandi passi verso l’età matura. E quando la moglie Janice lo abbandona per un altro uomo, Harry, rimasto solo con il figlio tredicenne, precipita in una spirale di depressione e incertezza. Finché, a sconvolgere e a rimettere in gioco la sua vita, non arrivano Skeeter, un afroamericano, reduce del Vietnam e spacciatore, e Jill, una ragazzina ricca in fuga dalla famiglia. Uno scandaloso ménage a quattro, nel quale tutte le utopie e le folli derive del Sessantotto e della Summer of Love sembrano incarnarsi.
***
«Un grande cesellatore di frasi, dotato di uno straordinario spirito di osservazione e di un occhio infallibile per i dettagli. Grande talento comico e perfetto cronista – nella quadrilogia di Coniglio – di quarant’anni di vita americana e dei cambiamenti sociali che li hanno scanditi. Spietato tanto verso gli uomini, quanto verso le donne. Updike ci ricorda di continuo che tutta la scrittura migliore contiene un elemento di commedia».
Ian McEwan
«Ho letto Il ritorno di Coniglio e credo sia grandioso. Pensando di avere preso un abbaglio, l’ho letto di nuovo e sono giunto alla medesima conclusione».
John Cheever
«Updike ci dimostra in modo incontrovertibile una semplice verità: che val la pena esaminare proprio le vite che piú passano sotto silenzio. E che invece si rivelano ricchissime di gioie e di lezioni da imparare».
Martin Amis
«John Updike ricorda Flaubert per la capacità di incantarci attraverso la voce narrante, sottraendoci cosí al disgusto che potremmo provare di fronte alla vanità dei desideri umani che il suo bisturi porta alla luce».
Joyce Carol Oates