-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Il mio Olocausto
Da una scrittrice ebrea uno scioccante atto di accusa contro la banalizzazione della memoria e la cultura del vittimismo che non risparmia niente e nessuno.
A parte, naturalmente, le vittime.
Il libro
«Il mio Olocausto è una feroce opera di attento genio satirico. Uno dei romanzi sociali e politici piú penetranti, accanto al quale La fattoria degli animali appare come un semplice piagnucolio».
Cynthia Ozick
***
Maurice e Norman Messer, padre e figlio e soci in affari, riconoscono un buon prodotto quando ne vedono uno.
Questa volta il prodotto in questione è l’Olocausto: e Maurice, un sopravvissuto ai campi con una storia personale confezionata ad hoc, e Norman, una vittima «per delega» in qualità di membro della cosiddetta seconda generazione, decidono entusiasticamente di imporlo sul mercato. Intravisto il profitto dello Shoah business i Messer usano l’eredità dei 6 milioni di morti per indurre il senso di colpa e spillare denaro. Per convincere gli eventuali mecenati organizzano cosí dei tour in un Auschwitz mercificato dato in pasto a comitive di ragazzini che si rincorrono tra le macerie dei crematori e buddhisti che sbarcano il lunario dando consulenze sui chakra.
Una satira cinica, allegra e scandalosa contro lo sfruttamento dell’Olocausto, e il gran circo del vittimismo autoconsolatorio attorno alla memoria di una grande tragedia.