-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
I veri credenti
O'Connor ci racconta l'Irlanda come terra di bombe, alcol, depressione e santità, e di un'Irlanda cosí non si può fare a meno.
Marco Lodoli
Il libro
Protagonisti di questi racconti sono giovani irlandesi, rockettari e ribelli, buffoni e fanatici, punk e poeti, gente che tira la vita con i denti nella speranza di un lavoro, un viaggio a Londra, una birra e un’avemaria bestemmiata. Sono i “veri credenti”: la loro particolarità rispetto ai tanti aridi falliti che ci hanno circondato in questi ultimi anni è di avere una dimensione spirituale, un retroterra morboso e devoto al tempo stesso. vanno in cerca di fortuna, ma sanno che la provvidenza batte strade misteriose, che chi cade inginocchiato sotto i colpi della vita è piú vicino all’assoluto di chi superbamente marcia a petto in fuori. Ottant’anni dopo la pubblicazione di Gente di Dublino di Joyce, O’Connor ci dà un ritratto divertito e febbrile della gioventú irlandese, ingabbiata tra la smania di prendere il largo, e una cronica nostalgia per il “piccolo mondo” delle certezze domestiche. Gli eroi di O’Connor finiscono per galleggiare in un esilio perpetuo, sono goffi e a disagio, teneramente incapaci di dare una svolta alla propria esistenza. Lo stile è semplice, diretto: è lo stile di chi sa che sempre accade qualcosa, che in ogni essere umano, in un punk come in una beghina, c’è un martirio e una resurrezione.