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Come stare soli
"Per me, oggi, non c'è niente di più sexy di una donna che legge".
Jonathan Franzen
Dall'autore di Le correzioni, una raccolta di saggi acuti e brillanti che hanno come filo conduttore l'erosione dei valori civili, il persistere della solitudine nell'America postmoderna e la fiducia nella letteratura come mezzo per sfuggire alla tragicità del destino individuale.
Il libro
La riflessione sulla solitudine è il filo rosso che lega fra loro questi tredici saggi, pubblicati fra il 1994 e il 2001 in diverse riviste americane. Tuttavia il lettore che si addentra nel variegato insieme di generi e argomenti affrontati nella raccolta non si sente mai solo: l’autore, con il suo stile inconfondibile e il suo appassionato spirito critico, è infatti una presenza viva e costante. Il linguaggio brillante e raffinato di Le correzioni ritorna nelle sue molteplici sfaccettature, adattandosi docilmente alle esigenze via via: del saggio letterario (il famoso e discusso articolo di Harper’s sul destino del romanzo americano e su ciò che resta del compito «sociale» dello scrittore); del racconto autobiografico (Il cervello di mio padre, toccante resoconto della lotta del padre contro l’Alzheimer; Ci vediamo a St. Louis, sui retroscena del «caso Oprah»); del «pezzo di costume» (Libri a letto, divertente indagine sui libri di sessuologia popolare; L’alcova imperiale, lucida analisi della confusione tra sfera pubblica e sfera privata e dell’ossessione americana per la privacy); del giornalismo di indagine (il reportage sulle carceri di massima sicurezza americane intitolato Unità di controllo). Alla base di tutti questi saggi, come afferma lo stesso autore, c’è «il problema di preservare individualità e complessità in mezzo al frastuono e alle distrazioni della cultura di massa: la questione di come stare soli», ovvero il coraggio di coltivare una solitudine che fa paura ma che può diventare la chiave per la nostra sopravvivenza spirituale.