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Body Art
Una storia di fantasmi, forse. L'allucinazione di un'artista costretta a confrontarsi con un dolore piú grande di lei, una meditazione sul tempo e sullo spazio e un viaggio dentro il mistero della creazione artistica. Don DeLillo scrive un libro scarno e perturbante che racconta la storia di un abbandono e traccia il diario di ogni solitudine.
"Il tempo sembra passare. Il mondo accade, gli attimi si svolgono, e tu ti fermi a guardare un ragno attaccato alla ragnatela. C'è una luce nitida, un senso di cose delineate con precisione, strisce di lucentezza liquida sulla baia. In una giornata chiara e luminosa dopo un temporale, quando la piú piccola delle foglie cadute è trafitta di consapevolezza, tu sai con maggiore sicurezza chi sei".
Il libro
Chi è lo sconosciuto dall’aspetto dolce e infantile per cui tempo, spazio e linguaggio non hanno senso? O almeno non lo stesso senso che hanno per noi. O per Lauren, la giovane body artist che se lo trova davanti all’improvviso in una delle tante stanze della vecchia casa sulla costa del Maine dove vive sola. Rey, suo marito da pochi mesi, si è appena suicidato, e lo sconosciuto parla con la sua voce, pronuncia frasi che Lauren è sicura di avere già sentito…
Al rallentatore e al microscopio. Oppure nel vortice del tempo e dello spazio. Portate alla grandezza dell’universo o ridotte a un buco nero, le scene di questo romanzo restano impresse nella mente del lettore come fotogrammi di un film. Legate dal filo sottile ma tenace dell’immaginazione di un autore che questa volta supera se stesso in concisione e ambiguità, facendo un uso spericolato del linguaggio.
Chi conosce e ha apprezzato quanto DeLillo ha scritto finora non potrà che ammirare la versatilità dimostrata in questo suo ultimo romanzo: dal grandioso affresco di storia americana di Underworld, lo scrittore passa alla minuziosa analisi del processo con cui una donna porta dolore e solitudine «all’estremo artistico». Con mezzi narrativi e stilistici assolutamente diversi, con esiti sempre straordinari.