Giulio Einaudi editore

Birnam Wood

Il collettivo ecologista Birnam Wood è sempre a caccia di nuovi terreni da coltivare abusivamente. Una disastrosa frana nel Parco nazionale del Korowai, in Nuova Zelanda, sembra offrire loro l'occasione sperata. Ma quella terra ferita è oggetto di altri disegni. Chi avrà la meglio? L'ambiziosa leader del collettivo, Mira, i vecchi proprietari terrieri, i Darvish, o l'inquietante miliardario Lemoine, magnate dell'industria della sorveglianza, convinto di essere un dio? Fra droni di ultima generazione e boschi shakespeariani, Eleanor Catton ha scritto un affilato thriller psicologico sui lupi e gli agnelli del nostro tempo, e su quanto può essere difficile distinguerli.

«È come se Sally Rooney avesse scritto un thriller ambientato in Nuova Zelanda con un cattivo alla Elon Musk per protagonista».
Sam Sifton, «The New York Times»

«Il miglior libro di Catton... Ingegnoso, labirintico ma sempre lucido».
Claire Lowdon, «The Times Literary Supplement»

2024
Supercoralli
pp. 440
€ 22,00
ISBN 9788806258429
Traduzione di

Il libro

C’è chi lo definisce una start-up, chi una pop-up. Chi sottolinea il suo essere bio e local, «un po’ come Uber e un po’ come Airbnb». Si professa anticapitalista, intersezionalista, ecologista. È il Birnam Wood, un collettivo di orticoltori militanti neozelandesi che svolgono azioni di guerrilla gardening, coltivando abusivamente appezzamenti altrui perché la terra è di chi la lavora. La fondatrice del collettivo, Mira Bunting, ventinovenne ambiziosa e volitiva, e la sua amica e seconda in comando Shelley Noakes, ormai stufa del proprio ruolo di eterna subalterna e pronta a mollare tutto, sono in attesa di quella «svolta» che cambierebbe le sorti del progetto, ma che sembra non arrivare mai. L’occasione pare venire dalla tenuta di Thorndike, nel Parco nazionale del Korowai, di proprietà di Lady Jill Darvish e del suo consorte Sir Owen, due perfetti campioni del patriottismo e della forza di carattere kiwi. Una terribile frana ha ucciso cinque operai e isolato del tutto la tenuta, rendendola un lotto perfetto per un’azione di orticoltura clandestina. Ma giungendo sul posto per un sopralluogo, Mira scopre che, invece dei boschi inabitati che si aspettava, c’è un piccolo aereo privato parcheggiato sul campo. E da lí scende Robert Lemoine. Ambiguo e affascinante, Lemoine è un miliardario americano che ha fatto fortuna con l’industria della sorveglianza. È a Thorndike con un progetto, ed è chiaro che lo perseguirà a ogni costo. I due si guardano e in qualche modo si riconoscono; imprevedibilmente, il super ricco fa ai Birnam Wood un’offerta che non si può rifiutare. Lemoine incarna l’orrore del neoliberismo, l’avversario per antonomasia, l’antitesi naturale per un collettivo come il loro, e c’è chi è contrario, primo fra tutti Tony Gallo. Attivista radicale, aspirante giornalista e vecchia fiamma di Mira, Tony si oppone con ogni mezzo a quella innaturale promiscuità col nemico, nel quale peraltro individua un potenziale rivale in amore. Ma la macchina è in moto e i suoi ingranaggi stritolano. Ne nasce un thriller psicologico fittissimo, fatto di doppi e tripli giochi, di colpi di scena e tradimenti incrociati, sotto l’occhio incessante dei droni che volteggiano in cielo; ma anche un romanzo di raro acume sulle relazioni fra gli individui e le dinamiche che le abitano. In palio c’è l’innocenza dell’anima e la vita stessa. «Macbeth non sarà vinto fino a quando il gran bosco di Birnam non avanzi contro di lui», profetizza una strega nel dramma shakespeariano. «Allora, mai», s’illude Macbeth. Sbagliando.