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Benito Cereno
Il libro
Come già nell’enorme Moby Dick, anche in questo breve e perfetto Benito Cereno il mare è assai più che un ambiente: è il volto visibile, infinitamente ricco d’analogie, dell’arcana realtà delle cose. E ciò è vero non soltanto nel noto senso che, facendosi poesia, qualunque ambiente perde la sua limitatezza documentaria e diventa creazione fantastica, ma nel senso, più raro, che il mare è qui la sola forma sensibile che gli occhi di Merville possa degnamente incarnare il cupo e ironico nocciolo demoniaco dell’universo. Oserei dire che le marine, gli interni, i batticuori, le voci, tutto ciò che compone lo sfondo della singolare giornata trascorsa da Capitan Delano sul San Dominique, sono tecnicamente analoghi allo sfondo di certi episodi del Purgatorio dantesco – la scalata, il dormiveglia, i crepuscoli primaverili e le visioni – simbolo, altreché immagine, di un’opposta cencezione delle cose: la possibile spiritualizzazione angelica. Dalla Nota del traduttore