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A ovest di Roma
«Era piú vicino a Dio di quanto io non sarei mai stato, non sapeva leggere né scrivere, ma andava bene anche cosí.
Era un disadattato e io ero un disadattato. Io avevo combattuto
e avevo perso, lui avrebbe combattuto e vinto».
Sono Henry Molise e Stupido - uno scrittore e un cane - i protagonisti de Il mio cane Stupido che, assieme al racconto L'orgia, fanno di A ovest di Roma uno dei capolavori di John Fante e uno dei suoi libri piú amati.
Il libro
Cinico impietoso struggente autoritratto di un John Fante alle soglie della maturità. Quattro figli scansafatiche dediti alla marijuana e alla musica di Frank Zappa, una moglie annoiata, una gloriosa casa a forma di ipsilon sulla costa dell’oceano: la vita di Henry Molise, scrittore cinquantenne in crisi di ispirazione, sembra destinata a una quotidianità prevedibile fatta di litigi e rappacificazioni domestiche, quando una sorpresa – un vero dono dal cielo – si unisce alla sgangherata famiglia: un gigantesco cane testardo e ottuso – e frocio – il cui nome è una iscrizione sepolcrale: STUPIDO.
Con lui il tran tran di Molise scivola verso un’allegra e tenerissima catastrofe.