-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
L’antica nave
«Zhang è bravissimo a fare di Wali un microcosmo dei sommovimenti politici e culturali che scossero la Cina nel XX secolo».
«Publishers Weekly»
Il libro
Pubblicato originariamente nel 1987, due anni prima delle proteste che sfociarono poi nella tragedia di Piazza Tienanmen, L’antica nave ripercorre quattro decenni di storia cinese, mettendo in risalto tutte le speranze che la rivoluzione maoista aveva inizialmente suscitato e le delusioni che la realtà del socialismo portò con sé. Il settimanale «Asia Weekly» l’ha inserito fra i cento migliori romanzi cinesi del XX secolo.
Alla morte di Mao, nel 1976, in Cina venne dichiarata conclusa la «lotta di classe» e avviata l’era delle riforme con l’intento di pacificare la società, dilaniata dall’odio, e avviare la modernizzazione del Paese. Fu allora che si tornò a parlare di umanesimo, del valore dell’uomo in quanto persona e non tassello di un congegno sociale, «vite di un ingranaggio» come sosteneva lo stesso Mao. L’autentica aspirazione del socialismo doveva tornare a essere la liberazione dell’essere umano, non il suo asservimento a un’idea. La storia venne riletta e rinarrata prendendo in conto soprattutto le sofferenze subite dalle vittime delle precedenti campagne politiche: la riforma agraria, la lotta contro gli elementi di destra, la carestia seguita al Grande balzo in avanti, la Rivoluzione culturale. Il romanzo di Zhang Wei si inquadra in questo momento storico e tenta, oltre a ribaltare il passato prossimo, di ricollegare la storia recente con una grandezza ormai andata perduta. L’antica nave che viene riportata alla luce dal letto del fiume Luqing, prosciugatosi nel corso dei secoli, è il simbolo della gloria del passato e del contatto poi interrotto con il mondo esterno. La vicenda è ambientata nella piccola città di Wali sulla riva del fiume Luqing, un luogo di fantasia nella provincia dello Shandong. Narra i fluttuanti rapporti fra tre generazioni delle principali famiglie del posto – i Sui, i Li e gli Zhao – dagli anni Trenta ai primi anni Ottanta. Nel periodo Repubblicano, il clan Sui – industriali e proprietari terrieri – possiede un’enorme fabbrica di vermicelli di soia, i celebri «Drago bianco», che vengono esportati in tutto il mondo. Gli Zhao, invece, lavorano la terra o fanno gli operai. La rivoluzione del 1949 ribalta tuttavia ogni cosa: gli Zhao conquistano il potere e sfogano il loro odio nei confronti dei padroni del passato prendendo possesso dei loro beni e facendo violenza alle loro donne; la fabbrica viene nazionalizzata e i membri della famiglia Sui sono trasformati in operai della loro stessa azienda, mentre i Li, scienziati un po’ eccentrici, non possono piú dedicarsi all’innovazione scientifica ma si vedono costretti a riparare i macchinari. Ma il ribaltamento dei ruoli non «è un pranzo di gala», ha gravi conseguenze e porta con sé infinite tragedie; e anche la suddivisione della popolazione in classi è spesso artificiosa, come dimostra il figlio maggiore dei Sui, Baopu, che sente sulle sue spalle il peso dei torti precedentemente inflitti dalla sua famiglia: animato da un piú alto ideale, non vuole continuare la faida, ma realizzare una pacificazione a favore della nazione e del popolo, in vista di un bene comune.