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Tempo libero Tempo libero
Il vecchio pozzo
Una bambina.
Un vecchio pozzo vicino al quale è vietato giocare.
E nelle sue profondità uno straordinario tesoro
di ricordi.
Il romanzo-confessione di una straordinaria testimone del XX secolo.
«Un libro toccante e poetico».
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Il libro
In un angolo del cortile della casa di Debrecen in cui Magda Szabó visse per molti anni, c’era un vecchio pozzo ricoperto ormai da lungo tempo. Era un luogo al quale la bambina non poteva avvicinarsi – i genitori temevano potesse cedere – e che per questo esercitava un fascino particolare.
Le alterne vicende della vita e della Storia condussero poi la scrittrice lontano dalla città natia, nella casa andarono a vivere altri inquilini, il cortile fu frequentato da gente sconosciuta. Ma non per questo l’incanto di quel posto si fece meno intenso: il vecchio pozzo non era più una minaccia, anzi, le sue misteriose profondità custodivano vivi e intatti i frammenti dell’infanzia che la donna ormai adulta e famosa poteva richiamare alla memoria a ogni nuova visita.
Appaiono così i genitori, due «scrittori mancati» che tuttavia non rimpiansero mai di non avere consacrato tutta la vita all’arte e diedero alla figlioletta un’educazione particolare tutta intrisa di solidi valori e antichissima cultura; emerge Debrecen, la città in cui il vento era più autentico, l’acqua più buona, le stelle più luminose, fanno capolino il Natale, gli animali, il paesaggio, gli antenati, la scuola, i giochi dell’infanzia.
Accostandosi, come un novella Alice, a quel pozzo, che è allo stesso tempo cifra dell’infanzia e del suo mondo interiore, capitolo dopo capitolo Magda Szabó ci svela, con una delicatezza senza pari, l’origine di un’esistenza artistica fuori dal comune.