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Fiabe africane
Un universo fiabesco magico e crudele, che rivela una letteratura orale di orginale valore artistico.
Il libro
Come Ragno lesse i pensieri del dio-del-cielo; L’uccello che faceva il latte; La donna grassa che si sciolse… Un universo fiabesco dai tratti magici e crudeli, “lievitanti del piacere di raccontare, del divertimento a congegnare intrecci ingegnosi, d’un umorismo ammiccante e comunicativo”, grazie al quale il lettore “presto sarà in grado di riconoscere dallo stile i popoli più caratteristici: la fantasia di un disegno animato degli Ascianti, le cadenze bibliche degli Akikuyu, il dettato che spesso pare incoerente ed incomprensibile dei Boscimani, ma che talora si slarga in didascalie esplicative, in discorsi fatti ad indice puntato verso il paesaggio (nelle ultime righe del Figlio del vento c’è già tutto Hemingway cacciatore), e a un tratto dà fuori in un racconto di calcolatissima suspense come Il giovanotto che fu portato via dal leone” (Italo Calvino). Le storie acquistano forma e suono in strutture letterarie non prive di ironia e di consapevole artificio narrativo e rimangono impigliate nella fantasia di chi le ascolta: “Questa, la mia storia che ho narrata, sia bella o non sia bella, portatene un po’ altrove, e un po’ lasciate che torni a me”.