-
Antropologia e religione Antropologia e religione
-
Arte e musica Arte e musica
-
Classici Classici
-
Critica letteraria e linguistica Critica letteraria e linguistica
-
Filosofia Filosofia
-
Graphic novel Graphic novel
-
Narrativa italiana Narrativa italiana
-
Narrativa straniera Narrativa straniera
-
Poesia e teatro Poesia e teatro
-
Problemi contemporanei Problemi contemporanei
-
Psicologia Psicologia
-
Scienze Scienze
-
Scienze sociali Scienze sociali
-
Storia Storia
-
Tempo libero Tempo libero
Tutte le novelle
Una finestra sull'Ottocento italiano.
Il libro
A partire da Nedda (1874) Verga introduce un nuovo e originale modo di fare racconto, ricorrendo ai criteri di un verismo crudo e asciutto in grado di trasmettere al lettore le condizioni di vita – gli istinti, i costumi e le prassi sociali – di un mondo arcaico e primitivo (la Sicilia dei ceti piú arretrati) ma anche di una ricca e moderna “metropoli” (la Milano postunitaria), dove dominano l’emarginazione e le sofferenze dei “vinti”, tagliati fuori dal cosiddetto “progresso”. Nelle raccolte da lui via via pubblicate (Primavera, Vita dei campi, Novelle rusticane, Per le vie, Drammi intimi, Vagabondaggio, Don Candeloro e C.i, oltre alle “novelle sparse”) l’aspra e difficile terra di Sicilia, con l’incessante lotta per la sopravvivenza e il conflitto per il possesso della “roba”, insieme con la desolazione di una realtà urbana segnata dall’indifferenza e dall’incomunicabilità, sono tra i motivi piú rilevanti di un’espe-rienza che fa di Verga il massimo novelliere dell’Ottocento.